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venerdì 17 luglio 2020

"Non c'è paracadute nel pozzo senza fondo dell'abbandono" - da "Bianca come il latte rossa come il sangue "di Alessandro D'avenia
Nel periodo estivo di ogni anno si parla molto spesso di abbandono di cani o gatti, chiedendo a tutti di essere responsabili , di trattare dignitosamente gli animali.
Il termine abbandono porta con sé il lasciare qualcuno , il non curarsi più.
Quando un bambino viene abbandonato, rimangono in lui segni e profonde ferite, anche inconsce, che rimangono e condizionano il cammino della vita.
Chiaramente si pensa alla separazione tra due genitori, per cui fisicamente l'esperienza familiare cambia improvvisamente .
Ma c'è un abbandono emotivo, che è importante come quello fisico, che fa scomparire l'autenticità emotiva, per far trasparire disinteresse, apatia, freddezza.
Quando come genitori non siamo presenti, sia fisicamente, ma soprattutto relazionalmente , senza un rinforzo dei vincoli affettivi, senza dimostrazioni d'amore, quali un abbraccio, una conversazione, un gesto d'affetto  e pensiamo di rimpiazzarli con altri mezzi, cresce quell'abbandono emotivo che fa più male di tante parole cattive o schiaffi.
Ricordiamo che i bambini "assorbono" l'ambiente e l'esempio delle persone con cui crescono.
Nei momenti in cui siamo insieme, viviamoli pienamente per e con loro.
Una pacca sulla spalla, un abbraccio, una carezza, l'appoggiare i suoi giochi, condividere le passioni, sono modalità per dimostrare al bambino che non è solo in questo mondo e CHE VOI CI SIETE.

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