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venerdì 27 novembre 2020

In un tipico pomeriggio autunnale, entro al supermercato, contemporaneamente ad un babbo e un bimbo di 1° o 2° elementare, con tanto di grembiulino.... appena uscito da scuola..

Il babbo è al cellulare, spinge il carrello e mette dentro la spesa. Il bimbo lo segue soffermandosi di tanto in tanto , davanti agli scaffali incuriosito..

Si avvicina al babbo e chiede" possiamo prendere questa cioccolata, oppure questa? ".

Il padre continua il suo percorso senza nessun cenno o risposta.

Davanti al banco della gastronomia, li rincontro. L'uomo è ancora al cellulare, mentre il bimbo continua a prendere articoli da far vedere al babbo , supplicando con insistenza " lo prendiamo?". Ma niente.

Improvvisamente il bambino alza la voce, tutti si voltano.

A quel punto il babbo chiude la telefonata e, estremamente alterato " Sei, a un pochino così, perché ti sgridi tantissimo....Tesoro mio"

Il bambino si zittisce e il babbo aggiunge " Adesso chiamo la mamma, perché non ricordo se ho preso tutto".

Non so come è andata avanti la cosa, ma d'istinto ho provato a vedere la cosa con gli occhi del bambino.

Tutto il giorno a scuola, in un mondo di relazioni, impegno, ascolto, fatiche e gioie e tante regole.


Finalmente torno a casa, dov' è grande la gioia di essere da solo, con mio padre, che mi accoglie con affetto, con un abbraccio e ascolta me, solo me ....e non devo alzare neanche la mano per prendere la parola.

Il lavoro prende tempo ed energia, ma chi cresce con noi, diventa una priorità .
Necessita, per crescere sicuro, leale, generoso, del nostro ascolto e le nostre cure.
Del nostro tempo





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