Quando una nuova famiglia si presenta per portare il bambino al nido, oltre a sottolineare l'entrata nella comunità del bambino, con tutto ciò che comporta la relazione, la condivisione di spazi e giochi e attenzioni, sono le regole. Una comunità, un gruppo per funzionare, per dare a tutti spazi e tempi per crescere, conoscere e scoprire, ha delle regole. Per il nido, per i bambini, come per le famiglie con cui si collabora, per la crescita di ogni bambino.
Limpido come l'acqua.....si potrebbe pensare. Ma non è così. Gli adulti stessi , pensando che i bambini non osservino o comprendano, si permettono deroghe alle regole in modo autonomo .
Eppure le regole sono sempre esistite, nella comunità civile e religiosa, nelle società sportive, in qualsiasi tipo di gioco, di lavoro, nel commercio, nelle famiglie.Le neuroscienze oggi ci dicono che una famiglia con un positivo sistema di regole e la capacità di immedesimazione dei genitori nelle emozioni dei figli , portano quest'ultimi a crescere più tranquilli e sereni. E ci dice anche che il cervello, con i "paletti", produce ormoni della calma e benessere.
Un neonato si guarda intorno, per vedere il mondo come funziona. Più passa il tempo e più osserva, più si comporta in base a ciò che vede:" basta urlare e la spunto, sputo ciò che mangio cosi decido io quello che voglio, visto che me lo chiedono decido tutto io ...." attenzione perché una persona , anche un bimbo, si crede onnipotente. I risultati li scopriremo quando diventa adolescente.
Lo scopo delle regole è proteggere, crescere nell'autoregolazione, nel benessere.
Soprattutto oggi, anche con i social e il tempo che i bambini "spendono" abbandonati a se stessi o addirittura incentivati dagli adulti stessi, perché così " sono impegnati e si divertono" ....ha detto una mamma davanti ad una mia osservazione.
Come un fiume ha bisogno di argini, per arrivare al mare, per crescere autonomi e indipendenti, oltre all'affetto e al volersi bene servono educazione e regole.
Ma stabilito ciò, va ricordato quante e quali e soprattutto come devono essere le REGOLE:
limitate, ad esempio a tre anni ne possono recepire e rispettare 6 o 7;
concrete, " riordina subito" dipende a chi viene detto , ma se si invita a mettere le costruzioni nel proprio contenitore è più chiaro, oppure " tra un pò vai a letto", meglio "finito il cartone , a letto";
semplici e positive , " vi ho detto di non fare a botte", meglio " gioca con tua fratello";
condivise tra genitori e coerenti con la vita della famiglia.
Chiaro che ci sono anche i gesti provocatori e di sfida, e quello è il momento che il bambino ci mette alla prova e chiede, a modo suo, qual è la cosa giusta da fare.
Come pure le regole non rispettate, soprattutto dopo i sei anni, viaggiano con sanzioni, stabilite insieme.
Un altro aspetto è l'attenzione ai ricatti " se mangi tutto ti do la cioccolata", ma anche NO, non se ne esce più. I NO fanno crescere, basta avere interiorizzato, come genitore, la regola e non cedere ai capricci. La fermezza e l'autorevolezza sono basilari.
"L'autorità è importante, abbiamo sbagliato a calpestarla: significa aver idee precise, intervenire e imporsi, rimanendo però su un piano affettivo. Non è il comando secco, da caserma.
Un figlio deve sentirsi dire: non posso accettare quello che hai fatto, ma sono qui, ti voglio e ti vorrò sempre bene. Tutto si svolge all'interno di una relazione di sentimenti"
Vittorio Andreoli- psichiatra e scrittore
Come un fiume ha bisogno di argini, per arrivare al mare, per crescere autonomi e indipendenti, oltre all'affetto e al volersi bene servono educazione e regole.
Ma stabilito ciò, va ricordato quante e quali e soprattutto come devono essere le REGOLE:
limitate, ad esempio a tre anni ne possono recepire e rispettare 6 o 7;
concrete, " riordina subito" dipende a chi viene detto , ma se si invita a mettere le costruzioni nel proprio contenitore è più chiaro, oppure " tra un pò vai a letto", meglio "finito il cartone , a letto";
semplici e positive , " vi ho detto di non fare a botte", meglio " gioca con tua fratello";
condivise tra genitori e coerenti con la vita della famiglia.
Chiaro che ci sono anche i gesti provocatori e di sfida, e quello è il momento che il bambino ci mette alla prova e chiede, a modo suo, qual è la cosa giusta da fare.
Come pure le regole non rispettate, soprattutto dopo i sei anni, viaggiano con sanzioni, stabilite insieme.
Un altro aspetto è l'attenzione ai ricatti " se mangi tutto ti do la cioccolata", ma anche NO, non se ne esce più. I NO fanno crescere, basta avere interiorizzato, come genitore, la regola e non cedere ai capricci. La fermezza e l'autorevolezza sono basilari.
"L'autorità è importante, abbiamo sbagliato a calpestarla: significa aver idee precise, intervenire e imporsi, rimanendo però su un piano affettivo. Non è il comando secco, da caserma.
Un figlio deve sentirsi dire: non posso accettare quello che hai fatto, ma sono qui, ti voglio e ti vorrò sempre bene. Tutto si svolge all'interno di una relazione di sentimenti"
Vittorio Andreoli- psichiatra e scrittore
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