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venerdì 27 agosto 2021

 " Mia figlia arde dal desiderio di partecipare alla vita del nido. E' vivace, si relaziona facilmente, è solare e le piacciono tanto i bambini."

Questo è il messaggio di una mamma, inviatomi recentemente, per chiedere se c'era posto al nido.

Tutto normale, se non che la bambina non aveva ancora compiuto l'anno.

Quando incontro i genitori che iscrivono i bimbi  al nido e alla scuola dell'infanzia, cerco sempre di far risaltare la differenza tra ciò che vedono e vivono  a casa e ciò che vivranno i bimbi quando entrano e vivono in un gruppo, quando scoprono una comunità, e ognuno con le proprie storie, paure, qualità, sentimenti e abitudini.

Vengono messe in gioco tante emozioni, ma  sta a noi adulti aiutare i bambini a vivere serenamente l'esperienza per crescere e valorizzare i propri talenti.

La relazione, l'imitazione, il gioco, le regole del gruppo e della giornata sono tappe e momenti diversi da quelli che si vivono in ambiente domestico.

Se a casa ho un libro, o una bambola che uso quando e dove voglio,
nel gruppo, devo condividerlo, imparando a relazionarmi, a discutere o a piangere fino ad arrivare ad una consapevolezza degli altri bimbi, di tempi e modalità che pian piano saranno acquisite per vivere con gioia tutta l'esperienza.

 La complicità e la collaborazione con le famiglie sono basilari .

In particolare, in questo percorso di ambientamento o inserimento ( il succo non cambia) un aspetto è fondamentale: la fiducia reciproca.

L'anno passato davanti ad una mamma che piangeva nel momento del distacco con il figlio di 3 anni, abbiamo costruito una serie di momenti di relazione, di chiarimenti e incoraggiamenti, per aiutarla nel controllo dell'ansia e nella relazione di fiducia con le maestre.

L'esperienze 0-6 sono uniche e possono aiutare tanto, nel cammino di crescita dei bambini e di costruzione di comunità per le famiglie, se sono esperienze radicate sulla collaborazione, trasparenza  e la conoscenza di tempi e obiettivi e momenti vissuti.

venerdì 13 agosto 2021

In questa calda estate, di sole focoso e afa assillante, tra le tante pseudo notizie o repliche televisive, 
un immagine ho memorizzato, che mi ha fatto  rabbrividire.
Non sono qui a perorare una causa o prendere le distanze, ma di una cosa sono indignato: quando i bambini vengono USATI.
Una mamma che urla, nella massima rabbia, a sua figlia di 5-6 anni di dire ad un giornalista che è scemo, incitandola, richiamandola più e più volte . Fino a che la bambina ubbidisce.
Si incolpa la scuola , gli insegnanti, gruppi e associazioni per non svolgere bene il proprio ruolo di educatori.
Ma qui bisogna ripartire dalla base.
Vengono richiesti aiuti per bimbi in difficoltà, con problematiche di linguaggio, di relazione, di incapacità nel rispetto delle regole di un gruppo, o agli stessi genitori.
Ma i bambini GUARDANO, CAPISCONO, IMITANO soprattutto le persone che stimano e amano.
Non possiamo continuare a delegare, tutti abbiamo un ruolo educativo, ogni momento e in ogni luogo.
La società del futuro inizia da ora, da come facciamo le cose, da come le viviamo e da come gestiamo i vari momenti della nostra giornata.
E prendendo spunto da un classico della letteratura ...
" e i bambini stanno a guardare...."