"Mi sono fatta male", urla, avvicinandosi, Angela con lacrime e singhiozzi. Io sto giocando con un gruppo di bimbi della scuola dell'infanzia.
" Ma dove, fammi vedere" le dico. Allunga la sua manina, obiettivamente non vedo nulla.
" Ma esattamente dove?" e mi indica un punto ben preciso.
"Se vuoi ti do un bacino su dove hai male" e lei, mentre scendono sulle guance grandi lacrime, scuote la testa affermativamente.
Le bacio la manina e ...improvvisamente "esplode un sorriso". " Grazie" e corre via.
La gioia da entrambe le parti, perché mi sono sentito , non tanto un guaritore, ma un educatore che non ha deriso, ma ha ritenuto importante quella consolazione, esserle vicino.
Per Angela era un modo per superare una tristezza, per un gioco che non andava bene, o perché un amica non stava con lei. Ma mi ha messo alla prova e ha visto che non era sola.
Sarebbe bello fosse sempre così
La forza di superare insieme il dolore, la paura , la sofferenza è fondamentale per tutti.
A maggior ragione per i bambini.
Vedere bimbi scappati dalla guerra, che riprovano a vivere, nonostante la lontananza da casa, dal babbo e dagli amici, dalle proprie cose, che riscoprono il sorriso e che trovano nella mano della maestra quella forza per farcela con fiducia nel futuro, è lo scopo del nostro essere educatori.