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sabato 16 aprile 2022

 "Mi sono fatta male", urla, avvicinandosi, Angela con lacrime e singhiozzi. Io sto giocando con un gruppo di bimbi della scuola dell'infanzia.

" Ma dove, fammi vedere" le dico. Allunga la sua manina, obiettivamente non vedo nulla. 

" Ma esattamente dove?" e mi indica un punto ben preciso.

"Se vuoi ti do un bacino su dove hai male" e lei, mentre scendono sulle guance grandi lacrime, scuote la testa affermativamente.

Le bacio la manina e ...improvvisamente "esplode un sorriso".  " Grazie" e corre via.

La gioia da entrambe le parti, perché mi sono sentito , non tanto un guaritore, ma un educatore che non ha deriso, ma ha ritenuto importante quella consolazione, esserle vicino.

Per Angela era un modo per superare una tristezza, per un gioco che non andava bene, o perché un amica non stava con lei. Ma mi ha messo alla prova e ha visto che non era sola.

 Sarebbe bello fosse sempre così

La forza di superare insieme il dolore, la paura , la sofferenza  è fondamentale per tutti. 

A maggior ragione per i bambini.

Vedere bimbi scappati dalla guerra, che riprovano a vivere, nonostante la lontananza da casa, dal babbo e dagli amici, dalle proprie cose, che riscoprono il sorriso e che trovano nella mano della maestra quella forza per farcela con fiducia nel futuro, è lo scopo del nostro essere educatori.





venerdì 1 aprile 2022

 


" Il generale ordinò " Butta la strabomba".

 Il pilota guardò giù e vide i bambini che giocavano... e disse" il nemico non lo vedo...il nemico non c'è" ( da La strabomba  di Mario Lodi)

In questi momenti di incontri di famiglie e bambini fuggiti da zone di guerra, il racconto di Mario Lodi  è una luce splendente che illumina.

Ma anche l'atteggiamento e la premura dei bambini lo è in egual modo.

Sicuramente con i bambini sotto i 7-8 anni, dobbiamo stare attenti a come parlare di guerra, di violenza, soprattutto a non usare immagini, o guardare il telegiornale.

I bambini non hanno ancora una netta distinzione tra il tempo, il luogo, la finzione e realtà. La paura e l'ansia possono davvero scombinare totalmente la loro serenità e vivacità.

Ma nello stesso tempo sbagliato non parlarne, o usando bugie per non entrare in argomento.

Far parlare loro, utilizzare le "loro verità" per dare una risposta, tranquillizzando che noi siamo lì con loro, che ci sono persone che tentano di arrivare alla pace.

Mai paragonare la guerra con i litigi dei bambini. Il litigio, fa parte della relazione.

Ma l'arrivo di questi bimbi dall'Ucraina, l'incontro e i sorrisi di incontro, la mano data spontaneamente, " perché non conta di dove sei, cosa fai... basta uno sguardo , un cerchio , un disegno donato ed eccoci amici.

Tanto da farti vedere la sezione e vedere che ci siamo seduti vicini, anche se non parliamo la stessa lingua  e con le parole non ci capiamo, ma  giocando insieme e come se ci conoscessimo da sempre."