....quanti pensieri, quante domande o racconti ci sono negli occhi di un bambino. Paure o gioie, dubbi o ascolto infinito.
Quando sono davanti agli occhi di un bambino, cerco di capirne il suo linguaggio, che è molto più chiaro delle parole soprattutto fino ai 3-4 anni.
Ci sono studi, teorie, che spiegano cosa guardare e come valutare gli sguardi dei bambini, quali emozioni carpire, ma alcune cose sono lampanti per chiunque guarda con attenzione e delicatezza.
" Luca raccontami cos'è successo, perché Paolo piange, è successo qualcosa che mi vuoi dire ?"
Silenzio e volto girato. " Dai...per favore, guardami in faccia. Mi dici perché Paolo piange è successo qualcosa?"
" Non mi faceva giocare con lui.... mi ha dato un pugno.."
" E' andata proprio così?"
Gli sto chiedendo di fidarsi e di affidarsi. Se ti da la mano si è già ad un buon punto della comunicazione e della relazione.
Entrare in ascolto, non distrattamente, non mentre facciamo altre cose. Guardare è un atto di delicatezza e di cura, in cui si sospende il giudizio e la morale, ma si la possibilità di mostrare la fragilità e le paure, sapendo che si può guardare oltre, e i nostri occhi lo possono testimoniare.