Attirare l'attenzione utilizzando davvero 100 modalità diverse. Tutti abbiamo esperienza di bimbi che con capricci, urla, lanci di oggetti, fughe cercano il nostro sguardo, la nostra parola, un gesto d'affetto.
D'altronde già da neonati la necessità di attenzione è un esigenza naturale di ogni essere umano.
Esistiamo, se pensati, guardati, toccati...
La paura di essere abbandonati è sempre in agguato.
Ma la soluzione non è quella di ignorarli. come persone, ma ignorare gli atteggiamenti. Spesso confondiamo bambini e atteggiamenti, etichettandoli purtroppo con soprannomi che rimangono la caratteristica di presentazione del bambino
Ignorarli a volte è una forma di difesa dell'adulto stesso.
Mi viene in mente quanti bimbi all'uscita dal nido o dalla scuola dell'infanzia, incominciano a urlare e a richiamare l'attenzione dei genitori, che si sono messi a dialogare per diversi minuti con le educatrici, non accorgendosi che il figlio non vedeva l'ora di vederli...e l'attenzione non è per lui.
La relazione e l'ascolto sono in questo momento indispensabili, un ascolto reale....non guardo il telefono mentre mi parla... i bambini lo percepiscono subito.
Poi ci sono i rinforzi positivi, di cui siamo spesso avari di ammissioni , che producono autostima.
Non è che un bimbo è felice di urlare e fare capricci, anzi sta male . Aiutiamolo a tornare "importante", "utile", con un compito vissuto insieme, tanto da condurlo in una strada diversa dal capriccio.
Passato poi il momento, in una pausa di tranquillità, lontano dall'accaduto, è importante rivedere, con calma, l'accaduto, cercando di far emergere i sentimenti di entrambi e di pensare qual è la soluzione migliore per altri momenti, rinsaldando il legame affettivo e relazionale.
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